joeypottertaylorkinney: (Default)
[personal profile] joeypottertaylorkinney
Titolo: Memoria
Fandom: Iliade (giuro, tremo di vergogna solo a scriverlo)
Personaggi: Achille/Patroclo (Patrille!)
Genere: drammatico
Rating: R (scarso eh, non c’è nemmeno troppo lime)
Avvertimenti: one-shot; slash; pochetto di abbastanza lime; rovina di uno dei capolavori della letteratura antica; character death ("Sto uccidendo Patroclo, ho feels coccolosi." "D: PATROCLOOOOOOO! :,(" "Eh, amore, Patroclo muore. ... Era spoiler?")
Beta: Quella meraviglia di mia figlia la Preci. (Tanto amore)
Note: 1) Ciao, Omero.
Scusa se ti disturbo ma volevo solo sottolineare come io mi dissoci da tutto questo. 
Non volevo. 
Lo giuro. 
Mi pento, pentissimamente mi pento.
Il fatto è che ved… ehm, no, “vedi” forse non è il termine giusto… capiscimi, ecco, qualche giorno (giorno?!) fa è stato il compleanno dello Sherlin del mio Moriarthur e… lo sai come vanno queste cose, no? Achille ha ucciso Ettore per vendicare Patroclo, io ho ucciso l’Iliade per far felice Sherlin.
Insomma, le dovevo una Patrille da tantissimo tempo! Si è pure scelta il prompt “coppa (per bere)” da sola!
Lo vedi che io non ho colpe, eh, eh, eh?!
[Ciao, Sherlin, tanti auguri talmente in ritardo che valgono più per il prossimo compleanno, ti amo tipo tanto e goditi questo scempio].
2) Qualche riferimento al testo c’è. Giusto per darmi un tono, mica per altro. [Leggetevi l’Iliade, che fa sempre bene]. E boh, seriamente, tutto ciò mi ha messa in crisi perché cercavo uno stile che mediasse tra il mio e quello epico del fandom. Non sono sicura che non risulti pesante e falsata ma lo sapete, mica sono mai sicura di qualcosa!
3) Ah, non era in programma che fosse mezza porn. Giurissimo. Sulla mia moleskine non c’è traccia di porn, ha fatto tutto Word.
(Sorry I’m not really sorry).
4) Visto che parliamo di auguri… ieri ho compiuto quattro anni come fanfictionwriter! Ohmygod, vi rompo le balle da così tanto tempo?! *spuccia tutti perché si sente tenera*
 



Memoria 





Le labbra di Patroclo sono calde sulla sua pelle ancora umida dal bagno. Si muovono dolci e leggere sul suo collo, sulle sue scapole, sulla mascella che divorano con passione feroce, fino a che non si gonfiano violentemente, fino a quando non si fanno rosse e morbide. Di tanto in tanto i denti premono con più forza sulla carne, strappando ad Achille un sospiro beato ed uno sguardo complice e divertito, per niente offeso da quella dimostrazione di forza. Poi le labbra tornano ad essere gentili e delicate, e lui affonda le dita tra i capelli soffici di Patroclo e tira con urgenza la nuca verso di sé per poterle baciare, per succhiarle dolcemente, come fossero una pesca dal gustoso sapore.
Il ritmo che i loro gesti assumono si fa ripetitivo, ma non monotono o meccanico, piuttosto prende la cadenza rassicurante che li caratterizza sempre, quella quasi indispensabile per poter davvero prendere aria nei polmoni. Schiocchi di baci sulla sua pelle e frasi smorzate, sussurrate contro le ossa, mentre le mani si accarezzano premurose: quello è il loro ritmo, la memoria che giace così a fondo nelle loro menti che nemmeno si rendono conto di stare eseguendo quei movimenti.
Le coppe colme di vino pregiato giacciono piene sul tavolo al loro fianco, dimenticate; nessuno dei due le ha degnate di uno sguardo, impegnati, piuttosto, a spingersi l’uno contro il corpo dell’altro, a saggiarne la consistenza, a sentire il calore della pelle premuta ad altra pelle, viva.
Achille socchiude gli occhi appagato, allungandosi verso di lui, rilassato da quel tocco famigliare. Si volta contro il cuscino, sospirando. I suoi muscoli si sciolgono in fretta sotto le mani forti di Patroclo, che mentre li massaggia non smette di baciare il suo corpo, la lingua che traccia immaginari disegni sulla sua schiena. 
L’odore penetrante delle essenze si sparge nell’aria, scavalcando quello che prima impregnava il loro olfatto: per tutto l’accampamento si respira solo odore di morte e miseria. Un sorriso gioioso increspa i volti d’entrambi ed in quel momento – che si sono ritagliati quasi prepotentemente, congedando le ancelle in fretta e con gesti coordinati, disinteressati verso dei loro eventuali sospetti e mormorii – in quel ritaglio di serenità nel mezzo di una guerra che infuria al di fuori di quella tenda, le loro espressioni si fanno finalmente meno tese.
I rumori stridenti di spade che cozzano contro gli scudi, di lame che affondano brutalmente nei corpi dei soldati, improvvisamente si spengono; in mezzo alla follia degli uomini loro si baciano sereni e innamorati, al riparo di una tenda di fortuna che ai loro occhi bisognosi solo dello sguardo dell’altro appare come la reggia più lussuosa e beata dell’Olimpo.
« Non ti spaventa la morte? » il sussurro di Patroclo contro la sua spalla è così lieve che Achille pensa di esserselo solo immaginato, così preferisce rispondere con un gemito roco, deliziato dai denti che gli stanno lasciando segni sempre più evidenti.
« Non ti spaventa la morte? » ripete più forte, mentre le mani che raggiungono il fondo della sua schiena e lo fanno ansimare più forte.
« No » è la sua secca e sicura replica, che non trema nemmeno per il piacere.
« No? » domanda Patroclo sinceramente stupito, le dita che scivolano lente dentro di lui, lente, inesorabilmente lente, come se il tempo scorresse piano per donargli maggiore piacere.
« Noi moriremo così come abbiamo vissuto: da eroi. Insieme » spiega Achille, voltandosi ad incontrare i suoi occhi. Li trova spaventati, insicuri, ma non deboli. Mai deboli. Sono accesi d’amore e vita, sono brillanti e speranzosi nonostante l'umana paura.
Bacia il suo mento e li vede chiudersi per il piacere.
« E dipingeranno le nostre gesta su anfore colme di vino che i Greci porteranno su grandi navi, per mare, in tutte le terre straniere conosciute » continua con ardore « E saremo insieme, noi, eroi, su coppe come queste » con un cenno della testa indica le coppe accanto a loro, quelle che hanno abbandonato perché presi dall’amore, perché occupati in cose più importanti « e quando i nostri pronipoti berranno, ancora narreranno di noi, con ammirazione » sussurra credendoci davvero.
« Nessuno mai si dimenticherà di Achille » è il bisbiglio di Patroclo, che lo bacia con quelle sue labbra morbide e calde, gonfie e rosse, e torna a penetrarlo con lentezza.
« Rimarrà sempre viva la memoria di Achille e Patroclo » lo corregge Achille, ma le parole si perdono tra i loro gemiti.


 * * *



 
È rapido, quando accade. Così rapido da sembrare un sogno.
Sembrerebbe un sogno: è tutto così offuscato e impreciso, la vista e l’udito sono annebbiati, il senso di irrealtà che ha è come nei sogni.
Solo che non è un sogno.
Non può dire che quella notizia lo colga alla sprovvista: ne respirava l’odore acre e disgustoso da giorni, forse da mesi, più plausibilmente da sempre. Ma il pensiero non gli dà certo conforto.
Le tempie pulsano compulsivamente sotto la sua pelle, minacciando di esplodere; le mani tremano scosse dai singhiozzi, e vengono in fretta strette tra quelle di Anticolo, che le trattiene dal cercare un pugnale per tentare disperatamente di placare il bruciore che Achille sente infiammargli la gola.
Attorno a lui, tutto è fuoco. Un fuoco crudele, inesorabile ed impaziente, che avvolge e consuma le sue vesti, i capelli, i gioielli, fino alle ossa rese cenere.
Nelle ciglia si impigliano lacrime calde, grosse come massi rocciosi e pesanti, la stessa pesantezza che sente avvolgergli l’intero corpo; le lascia cadere e cede insieme a loro, senza più lottare per tenersi in piedi, e quelle scivolano sulle sue gote lente, inesorabilmente lente, come se il tempo scorresse piano per fargli un torto, per rendere infinito tutto quel dolore.
Dalle labbra scivolano urla feroci, intramezzate dal pianto. Sono delle urla disumane, che nemmeno riconosce come sue; avverte solo la gola bruciare, bruciare ancora, quel fuoco che continua a divorarlo col suo calore insopportabile.
Non è il calore di cui ha bisogno, non ha con sé il tepore rassicurante del corpo di Patroclo stretto contro il suo, quel calore che ben ricorda, che è impresso indelebile nella sua memoria, che sente su di sé ma non sul serio, perché è solo un ricordo, un ricordo forte e preciso nei suoi contorni ma che si fa sempre più lontano, perché sta svanendo.
Una coppa giace a terra, sfuggita alla presa di una schiava che è uscita dalle tende per unirsi timidamente al pianto. Achille ne fissa il dorso, le figure nere dipinte a mano: uomini eterni, dei quali ci sarà eterna memoria.
Uomini ormai morti.
Insieme.


Date: 2012-10-10 05:49 am (UTC)
From: [identity profile] precipitiamo.livejournal.com
Copio e incollo parte del commento di ieri notte perché cara la mia Joey il mondo deve sapere che ti amo.

Premettendo che non vale che tu mi dia da leggere queste cose che sono belle bellissime e non posso nemmeno essere un po' cattiva, ho solo un paio di cose brevissime da dirti perché mi sono piaciute troppo.

La prima scena presenta un'atmosfera quasi esotica e il tuo stile, che è evidentemente più "aulico" e intenso rispetto alle tue altre storie, ci casca a pennello. Quindi, esperimento riuscitissimo.

La frase « Rimarrà sempre viva la memoria di Achille e Patroclo » è perfetta, e poi tutto questo girare intorno al loro IC con Patroclo così ingenuo e giovane e Anchille sicuro ma poi mica tanto ti è venuto proprio bene.

La parte sul sogno, poi, è la ciliegina sulla torta. Intanto mi richiama un altro passo dell'Iliade in cui i sogni sono usati come metafora (Ettore e Achille che girano intorno alle mura, per intenderci) e quindi casca a pennello anche solo perché sembra qualcosa che realmente potrebbe essere messa lì per bene.

Poi il fatto che Achille "se lo senta" è ancora meglio, perché qua tutti sembrano sapere il destino di tutti tra il povero Patroclo.

Detto questo boh, posso anche fangirlare un po'?
É bellissima, Joey, e la tua beta è fortunatissima ad avere un regalo così bello. Love you so very much.

P.S.: la mia icon è il mio regalo per te.

Date: 2012-10-11 08:09 pm (UTC)
From: [identity profile] joey-potter-ff.livejournal.com
PRECISSIMATULADEVIFINIREQUESTAICONMIUCCIDEOGNIVOLTACHECLICCOMOSTRAICOMMENTI.

Comunque. Sei bella. Tanto bella. E sei una Beta fantastica e ti devo dire "grazie" e pure "ti adoro" e anche "spuccioti".
E boh, sul serio commenti seriamente questo mio scempio della letteratura antica?! :*

Date: 2012-10-10 07:23 am (UTC)
From: [identity profile] agnehalf.livejournal.com
Io io io boh.
Io non ho parole.
Ma davvero, eh.
Insomma, son indecisa se mettermi a piangere (perché l'ultima scena è così GWAH che non si restiste, tra la disperazione di Achille che brucia dentro e Antiloco che gli stringe le mani e la serva accanto che piange) o boh, non so, concentrarmi sulla prima parte, ad esempio.

Ecco, concentriamoci sulla prima parte.
Che ci sia del semi-p0rn mi dispiace affatto, stupisciti xD
E Achille che aggiunge Patroclo al novero degli eroi e l'immortalità dipinta sulla coppa *-*
Insomma. È adorabile :* e se questi sono i risultati dell'attesa beh, puoi prenderti tutto il tempo e comunque.

Nulla, ti amo.
Sposami.
E presumibilmente mi metterò a fare fanart di Achille e Patroclo.

*spuccia e coccola e limona tantissimo*

Date: 2012-10-11 08:18 pm (UTC)
From: [identity profile] joey-potter-ff.livejournal.com
Ma piangi e limonani e fangirla tutto insieme, no?! *abbraccia dondolandola sul posto*
AGNESEMIA!
Tu. Non. Sai. Il. Patema. Del. Mio. Cervello.
Sono morta e risorta tipo trenta volte per riuscire ad arrivare alla fine. O anche solo per scriverla davvero. E l'ho fatto (più che altro: l'ho pubblicata veramente) solo e soltanto perché era una robetta per te.
Altrimenti puah, mai l'avrei fatto.
HOROVINATOOMERO! *piange e si vergogna*

Ed è ormai assordato che JoeyPotter non ha controllo sul p0rn. Il p0rn fa quel che vuole. NON DOVEVA ESSERCI! Lo giuro! Non lo so com'è che c'è spuntato! Non lo so! *scuote forte lo Sherlin*

Comunque. Sono felicissima che ti sia piaciuta. Anche se è arrivata in ritardissimo. *coccola*

Brava. FanArt a tutto spiano. Magari pure porno.
Yeah.

P.s.: ti dedico pure l'icon del Finn Bellissimo, toh

Date: 2012-10-11 08:23 pm (UTC)
From: [identity profile] agnehalf.livejournal.com
Ma dove lo vedi, Omero rovinato, DOVE?!
Stolta.

E comunque il p0rn fa sempre quello che vuole xD

E uh, mi dedichi Finn?! Ma è amore vero, quindi! *spuccia*

Amoti.

Date: 2012-10-11 08:32 pm (UTC)
From: [identity profile] joey-potter-ff.livejournal.com
DOVE? MATIPOINOGNIRIGA?! XD

Ma come "è amore vero", stolto di uno Sherlin, cosa pensavi fosse finora?! *si facepalma*

Amoti pur io.

Date: 2012-10-11 08:39 pm (UTC)
From: [identity profile] agnehalf.livejournal.com
Ma taci.
*limona per non farle dire fesserie*

E che ne so, io, Mor. Sono perplessa e triste e bisognosa di rassicurazioni! D:

Date: 2012-10-10 08:05 am (UTC)
From: [identity profile] elysenda.livejournal.com
Credo che questa Patrille sia tutto ciò che una ragazza vorrebbe leggere dopo cinque anni di liceo classico. ( e direi, per quanto mi riguarda, anche dopo l'esame di archeologia e storia dell'arte greca. XD )
Quei due sono così belli.
Quando Achille predice la laro fama futura incisa sulle coppe e sulle anfore...oddio. La Bellezza. E Patroclo? Umanamente spaventato all'idea della morte. Vorrei abbracciarlo.
Ho amato l'atmosfera della prima parte. Un rifugio sicuro. L'uno tra le braccia dell'altro. Cuscini, profumi, il vino trascurato così come la guerra.
La seconda parte è qualcosa di straziante.
Le urla di Achille, miei dei, le ho sentite. Terribili.
La coppa a terra è il colpo di grazia. ç_ç
Sei meravigliosa.

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Joey

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