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[RPF CALCIO] Cuando os veo juntos – Ventitré poesie d’amore e una canzone disperata – (2/24)
Titolo: Cuando os veo juntos
Raccolta: Ventitré poesie d’amore e una canzone disperata 2/24 (ciao, cliccami tutto e ti porto alle note generali della raccolta!)
Personaggi: Juan Mata/Fernando Torres/Sergio Ramos (l’ordine degli addendi cambia ma non il risultato #matematicadocet)
Genere: generale [erotico (?!); sentimentale (?!)] un po’(?!) di sadness ma non proprio angst (ma insomma. L’ho scritta ascoltando ossessivamente la canzone citata più in basso e quindi).
Rating: R ( pre-porno gay, bambini, leggete ed imparatene tutti).
Avvertimenti: Spagnoli-che-fanno-le-zozzerie.
Le magnifiche tre: slash; threesome; lime (hurray!).
Beta: Sherlin che ride dei miei pianti [“non so che fine abbia fatto il p0rn, Sherlin cosa mi accade?”, “cosa ne sarà della mia vita adesso che non riesco più a scrivere p0rn gay?”, “cosa dirà mia madre?”] e Frodo che si unisce alle risate e mi bulleggia perché non gli scrivo abbastanza sesso anale gay.
[Sì, mi diverto a smerdare i miei Beta. Sì, sono una persona cattivissima perché loro due sono due angioletti tanto belli e pazienti ed io sono un’ingrata. Ma mi si ama comunque].
Note: 1) Scritta per Nana che finalmente non è più una maturanda ma è ufficialmente maturata! Coccolatela e lodatela anche voi, che finire il liceo è sempre cosa bella!
2) Timeline: ambientata in un ipotetico momento dell’ottobre-novembre-dicembre 2011, poco tempo dopo il trasferimento di Juan al Chelsea. E facciamo finta che il primo incontro tra le parti sia stato intorno al 2009 quando Juan è entrato in nazionale, okay? Okay.
3) Io non volevo. Giuro che non volevo cominciare a shippare Juanando così tanto intensamente. Ma eh, le gioie-dolori del Soccerdom col suo meraviglioso Everyone/Everyone.
(Keep calm and ship everybody all together! *sventola bandierine*)
4) So che Aika mi amerà-odierà per la colonna sonora e la citazione scelta. Lo so.
Cuando os veo juntos
“Cada vez me importas menos
o eso digo cuando debo,
o que sienta que me muero
cuando os veo juntos.
Medicina alternativa,
tu saliva en mi saliva,
es física o química.
La mitad de lo que hemos vivido
hace mas ruido,
que el ruido de un cañon.
Y un corazon de hielo herido
se ha derretido en su colchon.”
(Fisica o quimica; Despistaos)
Juan è bravo a fingere.
Sul serio, Juan Mata è bravissimo a fingere compostezza esteriore proprio quando dentro sta crollando, è una cosa che gli riesce bene, benissimo, quasi più degli assist sul terreno di gioco.
È qualcosa che fa da tempo, qualcosa che ha imparato a fare – ha dovuto imparare a farlo – da tempo: ha imparato a farlo nell’esatto momento in cui i suoi occhi giovani ed appassionati hanno incontrato per la prima volta quelli intensi e caldi di Nando, salvo accorgersi dopo pochi istanti di come quelli stessero fissando estasiati gli occhi allegri di Sergio che ne ricambiavano lo sguardo incantato. Ma ormai era troppo tardi, lui in quegli occhi – in quelli ed in tutto il Fernando Torres che gli stava attorno – si era già ridicolamente perso.
Juan è bravo a fingere.
Quindi, quando la porta dello spogliatoio di un Chelsea particolarmente entusiasta per la vittoria appena riportata si spalanca mostrando Sergio Ramos in tutto il suo scanzonato splendore, Juan può giurare di riuscire a fingere completa indifferenza e forse tentare di esibire anche una leggerissima punta di contentezza nel rivedere un compagno di nazionale – un amico – forse una leggerissima punta, forse, sì.
Ma poi si volta distrattamente verso Nando (lui si volta sempre distrattamente verso Nando, è proprio un comportamento inevitabile, è qualcosa che non riesce a controllare, è naturale) e nei suoi occhi c’è così tanta luce da abbagliarlo, beh in quel momento no, non crede affatto di riuscire a fingere che il dolore che sente avvolgergli il petto non esista.
Sergio gli passa accanto scompigliandogli i capelli e dandogli un leggero buffetto sulla guancia; Juan sta quasi abbozzando un timido sorriso, sorriso che viene in fretta risucchiato dalla vista di quell’abbraccio energico, privato, intenso, loro, così si morde l’interno della guancia carezzata e cerca di reprimere l’odio (e anche le lacrime, le lacrime, sì, come se fosse una fragile ragazzina) che sente spuntare dentro di sé.
Non è stupido.
Davvero, Juan Mata non è stupido, affatto. Sa bene di non essere per Nando l’equivalente in Inghilterra di Sergio, lo sa bene, sa bene come lui e Sergio siano diversi – completamente diversi, due interi mondi diversi, diversissimi – e sa ugualmente bene come il sesso occasionale che lui e Nando fanno sia ben diverso da quello che probabilmente (‘probabilmente’? Basta guardarli per capire quanto poco sia un ‘probabilmente’ e quanto tanto assomigli invece ad un ‘sicuramente’) fanno Nando e Sergio. Ancora una volta sono i loro occhi a parlare, prima che a farlo sia il loro modo di toccarsi – complice, dannatamente complice – e guardarli fa male, un male che Juan non riesce a nascondere, che non riesce a dissimulare.
Juan non è stupido.
Sa bene cosa ci sia dietro quei baci che Nando gli concede, sa vedere dentro il suo sguardo annebbiato, sa cosa cerchi Nando quando lo tocca frenetico e disperato – un altro corpo, dei precisi tatuaggi, i lineamenti che avrà accarezzato ed adorato per tanto di quel tempo che Juan nemmeno può dire di aver vissuto – e soprattutto sa perché Nando si morda disperatamente le labbra durante l’orgasmo, in un malriuscito tentativo di non gridare un nome sbagliato.
Juan non è stupido.
È bravo a fingere e non è stupido, quindi dovrebbe rifuggire quella maledetta situazione.
Dovrebbe.
Ma Juan è anche un maledetto masochista.
* * *
Sono tutti e tre piuttosto ubriachi, o tutto quello che sta succedendo semplicemente non succederebbe; forse. In fondo Juan è un maledetto masochista – è anche un maledetto masochista, anche, quell’anche fa tutta la differenza del mondo, sì, perché Juan è bravo a fingere e non è stupido e poi è anche masochista, solo all’ultimo, ecco – e probabilmente nemmeno così ubriaco come vorrebbe.
La scusa ufficiale, quella che, uscendo dal pub dove si sono rintanati per festeggiare la vittoria, si sono ripetuti così tante volte da finire per crederci davvero, che li vede tutti e tre nell’appartamento vuoto di Nando, è un banale caffè per riacquistare le forze necessarie per tornarsene a casa leggermente più sobri.
Sergio si è mosso smarrito nella cucina di Nando, arrancando confuso alla ricerca del barattolo dello zucchero; Juan non ha resistito – non è poi così bravo a fingere, ma forse è solo colpa dell’alcool – e ha ghignato apertamente, prima di spalancare a colpo sicuro il giusto armadietto e pescarne lo zucchero. Lui conosce bene quell’appartamento, lui conosce bene quella parte della vita di Nando, quella attuale, quella che condivide con lui, con Juan, non con Sergio. E ne è felice, in modo bastardo e cattivo, ne è felice perché Sergio è per Nando tutto quello che Juan vorrebbe essere, tutto quello che Juan non sarà mai, quindi sì, è dannatamente soddisfatto di quella minuscola parte di Nando che Sergio non avrà.
Dura poco; Sergio lo vede – no, Sergio lo capisce, Sergio l’ha capito che si scopa Fernando, l’ha capito benissimo – e Juan si sente presto una merda ad aver formulato quei pensieri ed il ghigno si spegne in fretta sul suo volto, soffocato da un morso di Sergio che gli si è avventato contro e l’ha indirizzato in fretta verso il muro della cucina.
Quel morso è doloroso, altro dolore che si piazza al centro del suo petto; si trasforma presto in un bacio sconclusionato e Juan geme nella sua bocca.
Fernando ride accanto a loro, intercettando il barattolo prima che cada rovinosamente dalle mani di Juan – adesso impegnate ad accarezzare sotto la maglia la schiena larga di Sergio premuto contro di lui, così tanto da schiacciargli la cassa toracica. Fernando ride e prende le mani di Juan tra le sue, intrecciando le dita con aria indifferente; poi incastra il volto tra le ossa di Sergio, con una naturalezza tale da costringere Juan a serrare le palpebre.
Juan è bravo a fingere, e non è stupido, così chiude gli occhi, forte – altro dolore; non credeva nemmeno potesse esserci posto per altro dolore – e non li guarda, non guarda la loro complicità, perché se non la vede può non sentirsi in colpa ad inserirsi tra quello che Fernando e Sergio sono. Può sfuggire dal dolore.
Ma Juan è anche masochista; per questo non scappa da quella situazione assurda, serra le palpebre più forte ma rimane esattamente lì dove si trova. Rimane lì tra la bocca di Sergio che lo morde con sempre maggiore violenza e tra le mani di Nando che lo spogliano lente, rimane lì anche se preferirebbe che i ruoli si invertissero – c’è qualcosa che trema dentro di lui, e smette solo al sentire le labbra di Fernando sulle sue – o che Sergio sparisse per sempre, rimane lì nonostante continui a sentirsi un intruso. Risponde a quei morsi e a quelle carezze con la stessa intensità, mentre camminano goffamente verso la camera da letto di Nando, calpestando i vestiti tolti in fretta che spargono per la via.
Juan è masochista – e no, non è anche masochista, è solo masochista – perché quando i denti di Sergio smettono di martoriarlo, lui cede e apre gli occhi, sbattendo le palpebre più volte per abituarsi alla luce della stanza. Li trova dove sapeva li avrebbe trovati, immersi in un bacio così profondo da essere quasi ridicolo, irreale, eccessivo per lui. Vorrebbe fuggire sul serio, adesso, ma lo sguardo di Nando lo inchioda sul posto e Juan non osa nemmeno respirare.
Forse il problema non è se Juan sia bravo a fingere o meno, se non sia stupido o piuttosto un cretino totale e no, non è problema nemmeno il suo essere masochista. Il problema è che Juan è innamorato di una persona che non potrà mai ricambiare l’intensità del suo amore, perché quel posto, quel modo d’amare è già occupato, è già preso.
« Sdraiati » lo invita Nando e sta guardando ancora lui, solo lui. Non importa se le sue mani siano saldamente aggrappate ai capelli di Sergio, Fernando sta guardando Juan e gli sta sorridendo.
Improvvisamente va tutto bene.
* * *
no subject
E c'è da dire che a me nemmeno piace Mata, giuro, mi sta antipatico, però tu lo scrivi così bene che l'ho amato un pochino di più.
É bella e triste e si amano tutti e oh questi giocatori saranno la mia morte.
no subject
no subject
no subject
Mata coccoloso.
ù.ù
Detto ciò, sono felice che ti sia piaciuta, Preci! E Mata è l'ammmore e va amato, su. Tanto sappiamo tutti che il Sernando è il Sernando.
Mata lo sa. E soffre tanto. Un po' di pietà, no?!
*coccola Juan e spuccia la Preci*
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Sai cosa vuol dire quando aspetti una fic, quando sai che qualcuno te la sta scrivendo ma "ehi, sarà dedicata a me quindi me la faccio piacere"? QUESTA FIC E' ESATTAMENTE COME ME LA ERO IMMAGINATA. Sono loro, Juanito del mio cuoricino, è lui. Lui impacciato, e dolce, e masochista. Che capisce, che sa che Nando non sarà mai suo ma non può smettere di essere innamorato di Nando. E NANDO! Nando che "si morda disperatamente le labbra durante l’orgasmo, in un malriuscito tentativo di non gridare un nome sbagliato" questa parte mi ha ucciso perché è perfetta, è lei, è esattamente quello che succede! Io lo so!
E Sergio, beh lo sai che io ho questo fetish (poi ti devo dire una cosa che ho detto alla Bea che confesserò solo a voi due) per lui e credo un po' di averlo capito. Sono nel fandom da quanto? Neanche un mese? Beh è come per Boo, ci sono entrata, c'è LA connessione. E mi offendo se qualcuno me lo sbaglia ma tu no -ovviamente-, tu ci sei riuscita egregiamente. Perché Sese è così, si mette in mezzo, è ingombrante, morde e fa male, vuole far capire chi comanda anche se alla fine si fa sovrastare dall'amore che prova per Nando.
L'ho amata, si era capito? L'ho davvero amata. E chissene se non c'è il p0rn, tanto lo fanno nella vita reale, è quello l'importante. E io ti amo e SCRIVINE ANCORA! Chiedimi qualsiasi cosa e l'avrai. E vi prego, dei del calcio, regalatemi un Juan Mata tutto mio, me lo voglio coccolare 5ever.
Avrei voluto scriverti qualcosa di più serio ma ho preferito farlo a caldo, con tutte le emozioni che ancora si rimescolano. Ti mando mille baci.
no subject
Sono CONTENTISSIMA che il mio regalino per la maturità ti sia piaciuto! E sigh, volevo fosse un po' più pornoso ma boh, probabilmente la timidezza di Juan e quella di Nando battevano la sfrontatezza di Sergio ù.ù
Comunque.
VOGLIOSAPEREQUELLACOSAVOGLIOSAPEREVOGLIOSAPERE!
Io pure ho un fetish assurdo per la testolina di Sergio (vabbè sì, magari pure per altre parti del corpo di Sergio) ma anche per quella di Mata, boh, mi fa una tenerezza assurda il suo modo di parlare-guardare Nando.
Piccolo Mata *coccola Mata*
E aww, sono felicissimissima che ti sia piaciuta così tanto, davvero.
Amoti (come una suocera ama la propria nuora, ovviamente ù.ù)
no subject
(mia suocera è troppo brava, la amo)
(per quella cosa fatti trovare su whatsapp o la chat di facebook u.u)
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Io sono senza parole, Joey.
Non ho la capacità per commentare tutto questo in modo sensato.
Le tue storie hanno sempre quel "qualcosa" che le fa splendere forte, così forte che qualche volta riescono anche a far male.
Il dolore, il masochismo di Mata...è palpabile.
Per non parlare del ghigno consapevole di Sergio!
Mi ha sconvolta la scena in cui Juan trova subito il caffè e per un attimo prova un sadico piacere nel conoscere almeno quela parte di vita di Nando.
Chiude addirittura gli occhi per non guardare quanto sono belli, perfetti, uniti e innamorati! Penso sia terribile.
Il profumo delle lenzuola, le labbra serrate di Nando per non sbagliare nome quando sono soli...ODDIO.
No, decisamente questo commento non ha senso! >.< Scusa!!!
Rimedio spargendo amore su tutta questa meraviglia e sul mio Dean che è sempre meraviglioso.
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Povera me.
Ma tanto fanno tutti sesso insieme e sono felici così.
I tuoi commenti sono sempre bellissimi e pieni d'amore e di complimenti immeritati, di che ti scusi?! *ama e spuccia il suo Samstiel*
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Ma non mi piace il Joey/Pare... >.<
Credo sia come il Dean/Lisa. INUTILE.
Quindi, da buon Samstiel, farò di tutto per spodestare le Pare. Tzè.
*spuccia all'infinito*
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La piccola Nora sta piangendo da qualche parte perché no, il suo papà è solo di Sergio (e forse un pochino di Olalla, forse) e tu lo metti con quel... COSINO ADORABILE E PICCOLO WAAAAAAAAAAAAAH *___________________*
Io boh, ho provato tutto il suo dolore e il suo sentirsi di troppo e ti odio, ecco, perché ora voglio piangere in un angolino anche perché ho deciso che il Juando (che nome di merda) in effetti non è così male e Sergio mi sta guardando triste triste e io sto impazzendo.
VAFFANCULO, ECCO.
Mi vendicherò.
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E sto sogghignando felice come un Sese perché il Juando-Juanando è la Meraviglia. E si shippa benissimo nel Sernando. \0/ viva le threesome!
VENDICATI, VENDICATI.
no subject
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Come se fosse possibile. Taci, va'.